Una delle cose migliori é portarselo a casa , gelosamente, fastidiosamente quasi se qualcuno ci butta un occhio e cerca di usurparti quel piccolo privilegio, dopo il ssssstttt leggerissimo del taglierino a fendere il nastro adesivo tra le alette di cartone della scatola, ma prima di tutti gli altri lettori. Poi di casalizzi, ti divanizzi, ti lettizzi e ti auto schiavizzi, sí, perché glielo hai permesso tu: maledetto ammasso di carta, che tu sia benedetto, che mi porti dove vuoi tu, che sei un biglietto per ovunque a basso costo in businness, che se ti schifo non ti ribelli e ti adatti ad ogni triste sorte a cui sei sottoposto, che se voglio mi schiacci morta sotto una casa con le scarpe rosso fuoco, o mi lasci regina di terre e castelli, o mi decapiti bizzarramente se non opti per far di me un mucchietto di cenere poco dopo un bel rogo generoso! Eh si, caro libro, ti voglio bene, anche se a volte mi fai incavolare, e ti lascerei a casa, o ti porterei sempre con me, insomma, siamo una coppia collaudata, con nostra unione civile sotto il giuramento dell’inchiostro, abbiamo ben superato, io e te, le nozze d’argento! Evviva!