Mah a me ‘ste definizioni del picchio mi fanno un po’ pensare ma tant’ é esistono e ammetto di essermene a mia a volta rivolta ma sto cercando di smettere giuro! Dopotutto quando la giraffa allunga il collo per raggiungere la più sparuta foglia sul ramo più alto arriva quella bassa, sfigata ma ben furba, che se ne frega della teoria evoluzionista e in qualche modo se la mangia schiaffeggiando il vecchio barbone, e Marie, la stupefacente Marie, arriva e scompagina tutto, e la narrativa di confine esiste ma lei la spazza via e la riscrive violenta, violentissima, senza spargimenti di sangue, bamm una tranvata nei denti, potente, potentissima e ci si fa da parte come lettori. Come l’autrice. Scompare, si mimetizza, se ne va lasciandoti solo con Marie e i suoi gran cazzi amari.
La nuovissima collana Big Sur é nata, e con lei Carne viva, o meglio viceversa.
Coraggio autoriale ( tanti scopare, rigettare, e via andare nel testo per rendere tutto pulito ed asettico da far invidia ad una sala operatoria) e coraggio editoriale (pubblicare un testo cosi asettico da sembrare a volte un manuale per pulire un’affettatrice) portano a un testo simile, piace o no, le mezza misure lo sviliscono, ammazzerebbero la protagonista Marie e la sua lotta continua continua continua a ridursi al minimo, a occupare meno spazio possibile, ad affievolire la sua voce. Solo quella però. La voce del corpo si propaga, cerca spazio, si diffonde dappertutto ci sia qualcuno ad ascoltarla col suo corpo. É duro avere 17 anni. Mettersi in gioco senza conoscere nessuna delle regole della vita di più. Marie fa tutte e due le cose. Ci fa sentire adulti piccoli, miseri, insoddisfatti delle nostre insoddisfazioni ridicole. Coraggio da libraio? Anche. Per tanti motivi, uno fra tutti dire chiaramente al lettore io nei coltelli ci posso veder uno specchio, prova anche tu.
E il confine? C’è c’è, ce ne sono tanti, boys e niñas, un po’ quartiere un po’ barrio un po’ mondo, lei loro e i lettori, ci sta tutto. E un grazie totale a Martina testa: chiuso il libro un occhio al titolo originale, bammm.